Gil
- 30/07/2018 06:17:00
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Torna un tema centrale nella poetica di Laura Turra: il tema dello stupore di fronte alla bellezza, particolarmente quella naturale, ricevuta o vissuta interiormente come epifania del Tutto; vi ritorna con dei versi sempre splendidi e coi toni tenui delle sue immagini preferite: lalba, la luce, il silenzio, la notte, qui anche i "flebili sogni", un richiamo interiore a se stessa forte, uno scuotimento dellanima, un orientamento fortemente morale e spirituale, che, anche se non vuole negare la propria umanità nelle precipue fragilità che la caratterizzano, di lei e di noi tutti, ne avverte però la possibilità disorientativa, mentre con quel richiamo al Tutto e alla bellezza come Suo dono, orienta di nuovo il cuore a non fermarsi allimmanenza delle cose belle ma " flebili" per la nostra sete dinfinito e di bellezza, ma a cercarne la Radice che le origina e le trascende. E lo riscrive la Turra con una chiarezza spirituale: la notte cede allalba, cede pure i propri sogni, le proprie seduzioni - lalba definisce e fuga i miraggi - la luce avviene nel silenzio di altre voci, la bellezza appunto ci viene come dono, non ne siamo gli artefici, semmai suoi imitatori, tutto accade, la chiusa è maestra di sapienza, a nostra insaputa. Se vogliamo, una pagina in versi di un diario spirituale, una sorta di brano agostiniano delle sue "Confessioni".
Un forte abbraccio
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